Il ritmo nella scrittura disgrafica

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Il RITMO nella scrittura disgrafica e nella musica  di Claude Debussy

Il Ritmo è Vita: dal battito del cuore al respiro umano,  all’alternarsi del tempo, del giorno e della notte, delle stagioni, al respiro della natura, all’alternarsi delle stagioni e il rinnovo dei colori della natura stessa, al movimento delle onde del mare.

Il RITMO è presente nell’arte, nel disegno e nella scultura, nei colori  e nella musica, nella letteratura, nei componimenti della poesia, nella porzione di ossigeno che fa respirare l’uomo, è il movimento aggraziato nella danza classica, nel nuoto sincronizzato, nella preparazione del corpo allo sforzo fisico, è il serpentone di auto in autostrada, guardato dal monitor dei controlli,  è tutto ciò che crea movimento, aggraziato ed armonico, anche il più convulso e caotico è un ritmo sia di forma che di movimento. A volte prevale uno, altre  volte prevale l’altro, ma nell’insieme, il tutto crea armonia, in presenza di eccessi questa viene a mancare.

Ci sono diverse interpretazioni di pensiero o, se vogliamo, di lettura del significato del RITMO.
La sintesi finale cambia a seconda del punto di partenza di lettura del ritmo stesso. Se a dare il significato di Ritmo sarà un letterato, avremo la visione della composizione letterale, della poesia, se sarà uno sportivo avremo una lettura della forza del movimento, se sarà un musicista avremo la cadenza musicale, il ritmo musicale. Così nell’arte, l’artista, che disegna, userà i colori per dare ritmo in una tela, il tipo diverso di pennellata, lo scultore darà ritmo con il movimento della forma della scultura stessa.
Il grafologo vedrà il ritmo di movimento e di forma, là dove presente, nelle variabili della scrittura.

Tra scrittura e musica c’è un’affinità nella definizione di ritmo.

Nella scrittura, l’analisi ricerca l’ARMONIA, la sua presenza o la sua assenza.
Nella musica si parla di presenza o carenza di  armonia musicale e melodia.

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